La guerra in Ucraina si combatte anche con l’energia. Dall’inizio del 2025 l’Ucraina ha deciso lo stop al transito del gas russo in Europa. “Le forniture di gas russo tramite l’Ucraina si sono interrotte alle ore 8 (le 6 in Italia) di Mosca. Dato che Kiev ha ripetutamente e chiaramente rifiutato di estendere gli accordi in tal senso, ha perso in data odierna la capacità tecnica e legale di far transitare il gas”, ha spiegato l’1 gennaio Gazprom. L’obiettivo dell’Ucraina è chiaro e lo si comprende facilmente dalle parole del ministro dell’energia Guerman Galushchenko: “Abbiamo interrotto il transito del gas russo, un evento storico. La Russia sta perdendo mercati e subirà perdite finanziarie”.
Ma quali sono le conseguenze?
L’Europa non fa drammi, dice di essere pronta a gestire la mancanza di approvvigionamento e quindi lo stop al transito del gas russo in Europa, definendo l’impatto “limitato”. Come però ha già scritto Ansa “i prezzi europei del gas naturale hanno toccato, per la prima volta dall’ottobre 2023, i 50 euro al Megawattora, spinti dalle temperature in ribasso ma soprattutto dai timori del mercato europeo per lo stop dell’Ucraina al transito di gas russo, che scatterà con il mancato rinnovo del contratto”. I volumi di gas erano stati già drasticamente diminuiti da Mosca in correlazione all’invasione dell’Ucraina nel 2022.
Cosa cambia per l’Italia?
“Siamo in una situazione sicuramente delicata ma lo sapevamo da tempo – ha dichiarato Stefano Besseghini, presidente dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) in un’intervista al Corriere della Sera – . La chiusura del transito del gas russo in Ucraina gli analisti l’avevano presa in considerazione da almeno 6 mesi e le forniture non dovrebbero risentirne significativamente perché le quote russe erano ormai residuali e possiamo compensarle con Gnl e qualche margine dei gasdotti da Algenia e Libia e dal Tap. Invece, qualche preoccupazione sui prezzi è giustificata. Tra settembre e ottobre abbiamo superato i 40 euro a megawattora, adesso siamo a 50 euro, ovvero sui livelli del 2023, quando però c’erano i contributi dello Stato a mitigare le bollette di elettricità e gas per le fasce più deboli”.
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