Vacanza vuol dire raggiungere le seconde case e godersele un po’ di più rispetto a quanto si possa fare durante l’anno.
Mantenere le case al mare, in montagna o al lago, spesso comportare spese importanti e le bollette delle utenze domestiche sono una spesa a cui gli italiani sono sempre molto sensibili. Ma perché le bollette nelle seconde case, cioè negli appartamenti in cui non si è residenti, sono più alte?
Nel gennaio 2016 è entrata in vigore la riforma delle tariffe energetiche prevista da ARERA. Tale riforma ha previsto l’eliminazione delle sottocategorie dei clienti domestici, lasciando solamente la distinzione tra clienti residenti e clienti non residenti. Il modello di calcolo non è variato per quanto riguarda la fornitura del gas ma ha inciso invece sulla fornitura di energia elettrica. Il nuovo sistema prende in considerazione il tipo di consumatore e gli impianti presenti nell’abitazione, applicando diversi codici per la tariffa di distribuzione (TD) e prevedendo una maggiorazione sugli oneri di sistema per le utenze dei non residenti.
ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha previsto che per i clienti residenti gli oneri di sistema fossero calcolati nella quota energia e quindi legati al consumo di energia elettrica. Per i clienti non residenti, invece, gli oneri di sistema vengono calcolati sia nella quota energia in base al consumo, sia nella quota fissa che prevede un prezzo fisso di 123,66 euro l’anno per ogni punto di prelievo, come indicato dalle tabelle del servizio Elettrico Nazionale.
È questa la principale causa di maggiorazione delle bollette tra prima e seconda casa. Il consiglio per limitare i costi nelle case di villeggiatura è quello di porre attenzione nel concentrare i consumi in determinate fasce orarie. Il costo dell’energia è infatti più basso nella fascia F3. La F3, la più economica in cui sarebbe meglio concentrare i consumi, copre dal lunedì dal venerdì dalle 23 alle 7, domenica e festivi.